Roma 11-12-1928
Carissima mamma, fratelli e sorella
Dopo la Novena e la Festa dell’Immacolata, eccomi di nuovo a voi. Come presto passa il tempo! Già siamo al trigesimo della morte del nostro buon padre … e mi pare che sia già passato un anno ma non così a voi, lo so, perché chi è più vicino, più sente la perdita.
In questo trigesimo uniamoci più fortemente colla preghiera perché se avesse bisogno, lo possa il Signore chiamare al riposo e alla pace eterna dietro le nostre preci. Ho avanti la figura di mio padre: colla sua caratteristica sua divisa, quanti ricordi cari non mi suscita! Vi ricordate quando sono partito da Cherso? Prima di chiudere la valigia voi avete scritto sul cartone i vostri saluti: ho trovato pure quelli del padre. Oh quanto cara mi è quella firma! E quei saluti!
Ma quanti ricordi non possedete voi? Voi che lo vedeste soffrire per tanto tempo e che vedeste le sue pupille spegnersi alla vita misera di questa terra. Questi ricordi li aspetto da Nina, che, come ho già scritto, me li farà sapere col suo comodo, non c’è fretta. Dopo la lettera di Maria io mi son messo in pace pensando alla vostra completa rassegnazione e come avete saputo prendere anche il dolore dalle mani di Dio. Forse Mate e Tone si saranno aspettati da me, come da fratello maggiore, qualche avvertimento: ma credo non ne sia il bisogno, poiché l’esempio del padre ci sta sempre presente. Certo prima vi potevate pigliare anche qualche lusso, ma ora avete su di voi la famiglia, dovete sostenere la madre e la sorella col vostro solo lavoro.
Il Signore vi aiuterà in tutto e io lo pregherò sempre. Lavorate in armonia e in pace e la Provvidenza non mancherà.
So che durante la malattia avrete speso molto, credo però che debiti non avete con nessuno e poi anche se fosse qualche cosa il lavoro concorde appianerà col tempo tutto. Basta che il Signore dia la salute. Maria mi dice che state tutti bene e questo mi consola immensamente. Io pure sto, grazie a Dio, bene. Le scuole proseguono con ritmo uguale sempre verso la fine, come tutte le cose … e presto presto saremmo alle vacanze di Natale. Non vi voglio però mandare così presto gli auguri, soltanto vi esorto a prepararvi per quei giorni santi, affinché il Bambino di Betlemme possa lasciare più abbondante la pace nei vostri cuori doloranti e spandere copiose le sue benedizioni di conforto e di speranza.
Nell’ultima lettera spedita a zia Micchizza le dicevo: “Ecco le fotografie, etc..” invece sono arrivate a casa… ma avrete capito cosa è successo: tutto quanto passava il peso richiesto ed ho diviso mandando metà per parte … Statemi tutti bene: e in questo trigesimo alzate gli occhi in alto per trovare in Dio il conforto e nella speranza cristiana la più ferma rassegnazione.
Salutate tutti indistintamente: ricordate chi tutti e sempre vi ricorda ed ama
Vostro figlio – fratello Placido