ha agito per autentica carità francescana e con il consenso dei Superiori. Chiede quindi di soprassedere dal provvedimento di trasferimento a Milano.
Dott. Prof. Aldo Martinolli
Primo Assistente Clinica Ostetrico-Genecologica
Regia Università di Padova – Via Giustiniani, 3 – Telef. 23068
Padova, 1 Dicembre 1933
Reverendissimo Padre,
apprendo che il P. Cortese viene allontanato da Padova e, pur non sapendo bene ancora nulla, penso che ciò avvenga in conseguenza dell’azione da lui svolta in mio favore.
Colpito da una vicenda tristissima mi affidai da vario tempo e con fiducia al P. Cortese che infatti si interessò tanto del mio dolore, lenì con vera carità francescana la ferita ancora aperta nell’animo mio.
Può comprendere quindi quanto mi addolori il provvedimento che gli giunge ora per causa mia. Egli del resto agì sempre dietro consiglio di uomini prudenti, si confidò fin dall’inizio col P. Provinciale che ebbe a suggerirgli vari modi per far giungere la mia voce a Roma e con Mons. Borgongini Duca che lo rassicurò sempre che nulla gli sarebbe venuto. Perché appunto nella sua prudenza temeva, vedendo la delicatezza della cosa mia.
Il P. Cortese venendo a Roma – sollecitato da me e consigliato da Mons. Carusi e dal Prof. (don) Pietrobono – cercò di parlare con i componenti della Congregazione dei Religiosi e inviò a Sua Santità un breve esposto. Le accludo la lettera di Mons. Carusi che giustifica le buone intenzioni del P. Cortese e l’agire suo di carità.
L’allontanare P. Cortese da Padova oltre che colpire in pieno me e recarmi un dispiacere immenso, colpisce l’opera di bene svolta qui da lui con tanto zelo. Ed è per questo che mi permetto di rivolgere a Lei, Rev.mo Padre, viva preghiera perché il provvedimento sia rimosso.
Salvi con la sua autorità l’innocenza del Padre Cortese che non deve aiutare solo me, ma tante anime che il Signore ha affidato alle sue cure.
Nella certezza di essere ascoltato dal cuore buono di Vostra Paternità, con profondo ossequio mi professo
Dev.mo
Aldo Martinolli