Sono finalizzate anche all’accertamento del “martirio” le ricerche d’archivio progettate, con il valido appoggio del CASREC, Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova, che ha concesso il patrocinio per una indagine archivistica completa riguardante l’ex campo di concentramento di Chiesanuova, in vista di una pubblicazione ad hoc. L’indagine sarà condotta dal prof. Antonio Spinelli, nell’ambito del progetto di memorializzazione del campo di Chiesanuova, dove Padre Placido profuse la sua carità.
Un’ulteriore ricerca d’archivio, che potrebbe portare in fondi dislocati in alcune città europee, è focalizzata sull’ultimo tratto della vita terrena di Padre Cortese – dal suo arresto (Padova, 8 ottobre 1944) alla morte (Trieste, novembre 1944) – e ha mosso i primi passi nelle ultime settimane del 2022, grazie alla collaborazione di un Dottorando, indicato dal CASREC. Da questo filone, che si concluderà non prima di un anno dall’inizio della ricerca vera e propria, si attende una risposta, che si spera possibile, circa i motivi che hanno determinato la prigionia di Padre Placido nella sede della Gestapo a Trieste, dove venne interrogato e brutalmente torturato fino alla morte. Da questo filone si attende qualche elemento in più rispetto al “martirio”.
Sappiamo che Padre Placido salvò la vita a numerosi soldati cechi, costretti a combattere in Italia durante la seconda guerra mondiale. Quando la Germania nazista invase la parte occidentale della Cecoslovacchia, il 15 marzo 1939 venne fondato il “Protettorato di Boemia e Moravia”, che durò fino all’8 maggio 1945, a seguito della capitolazione tedesca e della fine della seconda guerra mondiale. In vario modo i militari del Protettorato mandati in Italia entrarono in contatto con la Resistenza e numerose furono le defezioni, con grave pericolo per la vita dei disertori. Si tratta di una pagina di storia non molto conosciuta ma di grande rilevanza per il periodo storico in cui venne scritta. Oggi possiamo leggerla soprattutto grazie all’opera del domenicano P. Jiří Maria Veselý (1908-2004), che pubblicò con Frantisek Staudek un importante saggio: La resistenza cecoslovacca in Italia, 1944/45, pp. 270, Ed. Jaca Book, 1975.
Padre Veselý seguì da vicino le truppe del Protettorato mandate in Italia durante l’occupazione tedesca e il suo libro è quasi un diario degli avvenimenti succedutisi in quel particolare frangente. Dopo la guerra dimorò per molti anni a Roma, distinguendosi per la sua attività di valente archeologo. Notizie sulla sua vita e attività si possono utilmente consultare in questa dettagliata pagina web quaderniclarensi.it.
Nell’opera di Veselý ritroviamo più volte il nome di Padre Placido Cortese, nei cui confronti possiamo leggere queste ammirate espressioni:
L’anima e il cuore del movimento della liberazione antinazista a Padova fu in quel tempo l’eroico Padre Cortese, presso la basilica di S. Antonio: rifugio di tutti i soldati cechi (parlava lo slavo), confortava, procurava vestiti borghesi, teneva contatti con i patrioti. Ufficialmente lavorava con lui il colonnello Kautský. L’afflusso di soldati e di individui ambigui – ha detto più tardi il padre superiore al padre Veselý – suscitò sospetti nei nazifascisti: il Padre Cortese rimase vittima di un provocatore, un giorno fu arrestato e poi ucciso probabilmente a Trieste, dopo lunghe ed atroci torture, senza che però rivelasse nulla. Molti soldati del battaglione 2 debbono la loro vita a lui (pag. 58).
Un’eco di questa pericolosa ed eroica attività di Padre Placido (riconosciuta ufficialmente con la concessione di una benemerenza postuma da parte del presidente cecoslovacco Beneš) ritorna in un articolo pubblicato sul settimanale diocesano di Padova “La Difesa del popolo”, il 27 dicembre 1970, Un cecoslovacco ringrazia. Nell’articolo si accenna alle relazioni tra i cecoslovacchi in Italia e le truppe jugoslave. Centro dei contatti – grazie anche alla mediazione del prof. Ezio Franceschini dell’Università Cattolica di Milano – era il convento di S. Francesco dei Frati Minori a Padova, dove era particolarmente attivo il parroco padre Mariano Girotto:
(le) relazioni divennero però in seguito pericolosissime, soprattutto dopo l’arresto e la crudele fine di Padre Cortese, il quale – malgrado le torture – non parlò e, sacrificando la sua, salvò la vita di molti.
Dalle nuove ricerche programmate sull’attività di Padre Placido nei confronti dei militari cecoslovacchi – prestata con gravissimo rischio della vita, come di fatto poi sarebbe accaduto –, si spera di rintracciare ulteriori elementi sulla prigionia, tortura e morte del nostro Venerabile, utili anche per il riconoscimento del “martirio”. Infatti, si legge nella pagina web sopra segnalata:
“I nazisti divennero feroci contro chi accoglieva i disertori: per esempio Padre Cortese, un sacerdote di Padova, che aveva ospitato alcuni cecoslovacchi, venne ucciso a Trieste dopo lunghe torture”.