Il Servo di Dio, giovane sacerdote di 23 anni, scrive sull’importanza e sul valore della purezza.
Il Padre Serafico, ancora, in vita, aveva potuto cogliere, dall’albero francescano, il fiore rosso del martirio, in cinque suoi figli. Quel primo sangue ha fatto sbocciare nella mistica pianta serafica altri fiori, ma il più bello, il fiorito Giglio, è Antonio di Padova.
Antonio è il mistico giglio di candore, che avanza dai campi, per spandere nella Chiesa di Dio il suo olezzo. Con Lui, lungo i fioriti sentieri della purezza, infinite anime si schiereranno e andranno incontro all’Agnello Immacolato, che trova le sue delizie tra i puri di cuore.
Breve è la vita di Antonio, ma è tutto un poema di bellezza e di purezza. È la bella virtù, che lo farà trionfare, bimbo, sul nemico infernale; che gli aprirà di poi i sensi più reconditi della Sacra Scrittura, da venirne chiamato scrigno. La purezza gli metterà a Camposampiero il pargolo divino tra le braccia; essa lo farà tenero e devoto della Senza Macchia, che saluterà Madre, dall’infanzia, a Cui canterà, negli ultimi estremi, l’inno «O Gloriosa Domina». E perché puro egli vedrà allora il suo Signore: «Video Dominum Meum». Stuolo di innocenti si alzerà in città e andrà ripetendo il grido fatidico: «È morto il Santo, è morto il Santo». E questa festa di purezza si ripeterà ogni anno nel mese della fioritura del Giglio, il 13 giugno, quando turbe festanti di bimbi, agitanti il bel fiore, circonderà il Santo, che passa, benedicente, sorridendo a tanta purezza.
Oggi che la bufera impura piega e frange i fiori appena aprono la corolla al raggio del divino Sole; oggi che tutto viene ammorbato dall’alito impuro di Satana, rivolgiamoci al nostro Santo, e seguiamone i suoi esempi. Quando la tentazione imperversa, salutiamolo: Giglio di Purezza; e sentiremo potente la sua protezione, quella stessa quando lo invochiamo trovatore delle cose perdute! Ricordiamoci che soltanto allora l’anima nostra si aprirà alla grazia e ai favori celesti, quando il giglio fiorirà nel nostro cuore. Siamo e viviamo nel mondo, dove, «lo dice il Santo» il restar fiore è cosa difficile, ma è glorioso!
Restiamo perciò come il nostro Santo, nella purezza forti!
P. C.