Per la festa di san Francesco d’Assisi, dal nostro Servo di Dio sale un’invocazione accorata, affinché il Santo – che due anni dopo (18 giugno 1939) sarebbe stato proclamato da Papa Pio XII «Patrono d’Italia» – ritorni a portare il perdono e la riconciliazione tra i fratelli divisi dai conflitti e dall’odio.
Nel mese di ottobre – sul tramonto del terzo giorno – quando la bella vallata umbra lasciava cader le prime foglie, ad Assisi Santo Francesco chiudeva gli occhi alla luce e li apriva allo splendore ineffabile della gloria.
Da quel lontano 1226 a oggi le folle ascendono il mistico colle del paradiso a chiedere, in umiltà, a Lui povero, ricchezza di beni celesti.
E in questi giorni paurosi, quando tutti i popoli vivono nell’incertezza e vedono scendere con grande baldanza e prendere piede ideologie capovolgitrici dell’ordine e della morale, noi sentiamo il bisogno di invocare il ritorno di Santo Francesco tra le folle ch’egli conobbe ed amò.
Venga Santo Francesco e ripeta gli accenti appassionati del suo cantico ai fratelli in guerra, e canti ancora: Beati quelli che perdonano per lo tuo amore.
Quando esula da questa terra l’amore di Dio è l’odio che impera: l’odio che distrugge, l’odio che calpesta ogni legge, la più sacra.
Preghiamo S. Francesco che ritorni con lui a regnare in questo mondo l’amore.
Padre Cortese