Il Gazzettino di Padova – 31 ottobre 1942:
Nella Basilica del Santo – La Cappella di S. Francesco di U. Oppi

Il Gazzettino di Padova – 31 ottobre 1942:
Nella Basilica del Santo – La Cappella di S. Francesco di U. Oppi

Per la morte di Ubaldo Oppi, insigne pittore che occupa un posto di rilievo nel panorama dell’arte sacra moderna, autore dei pregevoli affreschi che ornano la Cappella di S. Francesco nella Basilica Antoniana, Padre Cortese, che vide con i propri occhi il completamento dei dipinti, scrisse per il quotidiano locale un appropriato ricordo.

Padova – Basilica del Santo – Cappella di S. Francesco

Padova – Basilica del Santo – Cappella di S. Francesco
San Francesco appare ad Arles mentre S. Antonio predica ai frati – U. Oppi (Sec. XX)

Ora che il pittore Casanova ha deposto i pennelli, contento d’aver affrescato l’abside meravigliosa del Santo, si chiede: chi sarà il fortunato continuatore che legherà con la gloria dell’arte il proprio nome alla Basilica che accoglie tante meraviglie?

E non a torto si faceva il nome di Ubaldo Oppi che nella Cappella di S. Francesco del raggiante peribolo ha saputo conciliare esigenze dell’arte moderna col rispetto al sentimento religioso e alla verità. Egli s’era anche espresso con i Padri della Basilica che in alcuni anni avrebbe portato a termine l’opera grandiosa.

Ma Ubaldo Oppi non è più. Nel vigore dei suoi 53 anni, nel massimo fervore della sua attività artistica, ha chiuso a Vicenza i suoi giorni il mattino del 25 ottobre.

Ricordo l’impressione provata da Piero Bargellini nell’entrare nella Cappella di S. Francesco. Anche la Cappella del Seitz [nella Cappella di Santo Stefano] – così luminosa – cedeva in luce a questa di Oppi con le sue dodici storie di S. Francesco. E il noto scrittore di «Città di Pittori» e di «Via Larga» non temeva di parlarne nella sua battagliera rivista «Il Frontespizio» in favore di una pittura religiosa che si staccava dall’accademia e si riallacciava alle nostre più pure tradizioni.

La stessa Cappella di S. Francesco dà motivi a confronti con un pittore che aveva un grande nome, Adolfo De Carolis. Basta osservare le lunette e le vele ove con tutto il «rinforzo» per togliere qualcosa del contrasto vi si vedono le due mani. La Cappella doveva essere finita nel 1927, ma per la morte di A. De Carolis – febbraio 1928 – il lavoro restò sospeso sino al 1930. L’Oppi non volle finire il lavoro su bozzetti lasciati ma chiese la massima libertà che gli fu accordata e in un ano finì il suo capolavoro.

E ne fu egli stesso contento se volle lasciarci l’autoritratto nel frate che poggia il piede sullo scanno nella dodicesima storia.

Padova – Basilica del Santo – Cappella di S. Francesco

Padova – Basilica del Santo – Cappella di S. Francesco
Il Capitolo delle stuoie (Assisi, 1221) – U. Oppi (Sec. XX)
Il frate con il piede appoggiato sullo scanno è l’autoritratto del pittore

Ecco l’ordine delle dodici «storie»: lo sposalizio di S. Francesco con Madonna Povertà; il Natale di Greccio; il lupo di Gubbio; il lavoro dei frati; ubbidienza di San Francesco davanti a Papa Onorio III; la fondazione del Terzo Ordine; la vestizione di Chiara d’Assisi; la fondazione del convento dell’Arcella; San Francesco dà l’incarico a S. Antonio di insegnare teologia ai frati; l’apparizione di San Francesco a S. Antonio predicante ad Arles; il capitolo delle stuoie.

Il pittore figurò nell’intradosso dell’arco della Cappella Alessandro d’Ales e Giovanni Duns Scoto e sopra l’arco i beati Giacomo Ongarello, Bartolomeo da Pisa, Fidenzio da Padova, Giacomo da Padova, Odorico da Pordenone, Luca Belludi, Romualdo da Capodistria.

Sul basamento sono dipinte a chiaroscuro le celebri basiliche in possesso secolare dei Frati Minori Conventuali. Il vicentino d’elezione non trascurò il bel San Lorenzo di Vicenza.

Era doveroso ricordare Ubaldo Oppi – a pochi giorni dalla sua morte – sua pure con questo brevissimo cenno, perché egli ha lasciato a Padova, con gli affreschi della luminosa Cappella di San Francesco – in questo periodo di travaglio per la pittura – una testimonianza non effimera di vera arte.

Padre PLACIDO CORTESE

fznor_vivid

APPROFONDIMENTO
Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) occupa un posto di rilievo tra i pittori che hanno dato inizio al movimento artistico del Novecento ed è inoltre considerato uno dei maggiori esponenti del Realismo magico. Ci interessa qui, in particolare, la sua ultima stagione che ha inizio nel 1932 e coincide con il suo ritiro a Vicenza, il ritorno alla fede e il suo avvicinamento alla pittura religiosa. Famosi sono gli affreschi della cappella di S. Francesco nella basilica di S. Antonio a Padova e quelli della chiesa di Bolzano Vicentino. In quest’ultima, sullo sfondo del grande affresco absidale si intravedono anche i luoghi della Grande Guerra (le montagne del Pasubio e del Summano) che Oppi aveva conosciuto durante il primo conflitto mondiale. Evidente nei suoi affreschi la robustezza del disegno. Al periodo religioso risalgono anche le molte pale d’altare e gli affreschi presenti nelle chiese venete, opere tutte che esprimono l’elevata qualità raggiunta dall’artista nel panorama dell’arte sacra moderna.