Ci sono poi alcune lettere autografe del Pontefice che portano la benedizione al Bollettino della Basilica. «Il Messaggero di S. Antonio» fondato dal P. Sottaz e dai suoi confratelli i Frati Minori Conventuali, per diffondere il culto al grande Taumaturgo.
Già nel suo sorgere – gennaio 1898 – nel secondo numero si leggeva questa lettera.
Venezia, 23 gennaio 1898
Padre Reverendissimo,
Colla massima compiacenza ho visto il primo numera del periodico il Messaggero di S. Antonio, pubblicato per opera dei RR. PP. di codesta Religiosa famiglia, e faccia voti che anche questo contribuisca a diffondere la divozione al Santo dei Miracoli, dei quali non ultimo il Pane, che prova manifesta di grazie d’ogni genere provvede all’indigenza di tanti poveri; e raccomandandomi alle sue preghiere con reverente stima mi confermo
suo affezionatissimo come fratello
X Giuseppe Card. Sarto Patriarca
Al R.mo P. Vittore Maria Sottaz
Rettore della Basilica del Santo
in Padova
Eletto alla Suprema Cattedra, il Direttore d’allora P. Antonio Cattomio presentò i suoi ossequi e chiese la benedizione. E Mons. Bressan Segretario del Pontefice scriveva:
Vaticano 29 settembre 1903
M.R. Padre
Ho il piacere di parteciparle che Sua Santità ha accolto con particolare gradimento le espressioni del suo filiale attaccamento, e ben di cuore accorda a Lei, ai Padri tutti ed alle Loro Opere una speciale Benedizione. Riceverà poi volentieri il Periodico inteso a propagare il culto del Taumaturgo di Padova, a cui professa tanta divozione».
In ottobre poi dello stesso anno ammise in udienza privata anche il Direttore del Messaggero e s’interessò del bollettino.
Mentre il 28 dicembre del 1904 il Card. Felice Cavagnis Protettore dell’Ordine scrivendo al Direttore ha queste parole: «Ho poi l’onore ed il piacere di trasmettere a Lei ed agli altri Redattori la Benedizione del Santo Padre che ben conosce e stima il Messaggero».
Benedì poi il Messaggero il 30 dicembre del 1906 e il 16 novembre 1908 mandò questo suo autografo sotto alla sua fotografia.
Ai diletti figli abbonati al Periodico “Il Messaggero di S. Antonio” impartiamo di cuore l’Apostolica Benedizione.
Lì 16 Nov. 1908.
Pius PP. X
In una delle prime udienze accordate da Pio X al suo P. Sottaz eletto Ministro Generale dell’Ordine – il 19 novembre 1910 – tra 1’altro si interessò il Pontefice del Messaggero e volle che mensilmente se ne spedisse direttamente a Lui una copia, come s’era fatto quand’era Patriarca di Venezia. Fu accontentato e ancora il 30 novembre 1900, mandò questo prezioso autografo.
Col voto, che colla divozione a Sant’Antonio di Padova si mantenga e si aumenti nei cristiani la fede, e si imitino tutte le altre virtù delle quali il Santo ci ha lasciato luminoso esempio, raccomandiamo il Periodico, che si pubblica a questo santissimo fine, e impartiamo di cuore agli scrittori e agli associati l’Apostolica Benedizione.
Dal Vaticano lì 30 Novembre 1910.
Pius PP. X
L’ultima benedizione arrivò in. data 4 dicembre del 1912 all’allora Direttore P. Giuseppe De Falco.
Tutte queste benedizioni a un umile bollettino, date dal Pontefice con paterna effusione, dimostrano quanto Egli seguisse l’opera e il ministero dei Frati del Santo.
E il Messaggero ch’Egli amava e che mensilmente tra tutte le sue molteplici occupazioni leggeva, da quel tempo cominciò un’ascesa meravigliosa così da essere oggi il bollettino di S. Antonio che ha più lettori, bollettino che estende la sua umile voce oltre gli oceani ove ci sono anime che guardano alla vera sede della devozione antoniana, alla splendida Basilica che custodisce gelosamente le spoglie mortali del Taumaturgo e la sua Lingua incorrotta.
* * *
Nella solennità di S. Antonio del 1904 fu estesa per il mondo una lieta nuova. Pio X, ad istanza del Vescovo Diocesano, dei Frati del Santo e dell’allora Presidente della Ven. Arca, Conte Nicola De Claricini, elevò il 20 maggio 1904 la Chiesa del Santo a Basilica. Dirò poi che ha voluto anch’Egli concorrere alle spese di decorazione della Basilica, decorazione portata sino a tutto il presbiterio dal pittore Casanova di Bologna. C’è perciò in uno dei pilastri dell’abside ritratto in grande lo stemma del Pontefice.
Ed ora mi si potrà chiedere, ci sono dei ricordi di Pio X nel Santuario?
Non molti ma i nostri Fratelli – chiedendolo in Sagrestia – sanno mostrare e illustrare il camice indossato dal Card. Patriarca Sarto, il calice usato per il Divin Sacrificio. Si trova poi in Sagrestia una piccola Pisside usata dal Pontefice e donata alla Basilica da Mons. Piccinali. Nel coperchio di questa si legge: Vasculum Pii PP. X – a Domino Piccinali Sac. Alexandro – Divo Antonio oblatum – Anno Domini, 1925.
Si può anche vedere la magnifica poltrona sulla quale Egli sedette durante la posa fotografica nel Chiostro dei Fratini.
Ma il più bel ricordo sono le due celle abitate più volte dal Sarto, Canonico e Patriarca, quella «dei Predicatori» e quella «dei Vescovi».
Fra l’una e l’altra, per volontà del M. R. Padre Giacomo Gorlatto Guardiano del Convento e dei Frati del Santo, alla presenza di S. Em. il Cardinale Adeodato Giovanni Piazza Patriarca di Venezia, di S. Ecc. Mons. Francesco Borgongini Duca Nunzio Apostolico d’Italia, di S. Ecc. Mons. Carlo Agostini Vescovo Diocesano e delle Autorità Cittadine, viene murata una lapide con iscrizione in distici del Dott. Padre Angelo Biasi, del Convento del Santo.
HIC JOSEPH SARTO DECIMUS PIUS INDE FUTURUS
HOSPES COENOBII PROXIMUS INCOLUIT
A 1880 SCILICET ORATOR SACRA CUM CLARUS IN AEDE
FRANCISCUM CECINIT LAUDIBUS ILLE SUIS
A 1881 1884 CUM DEIN ANTONI BIS SUB SOLLEMNIA VENIT
LAUDES PER TREDECIM CONCINUITQUE DIES
A 1895 HUIUS CUM FESTIS SAECLI VERTENTIS AB ORTU
PRAEFUIT ANTISTES IAM PATRIARCHA SACRIS
A 1899 CUM VENERATURUS THAUMATURGI OSSA REDIVIT
DUX PEREGRINIS EST FACTUS ET IPSE SUIS
HAEC ERGO PIETAS HI CUM PIETATE LABORES
ET TANTI SEDES SUNT MEMORANDA VIRI
A.D. MDCCCCXXXVIII
Il Direttore del Messaggero (Marzo 1904 pag. 67) scriveva: «A tutti è noto come Egli da giovane, e più tardi Vescovo, e poi Patriarca di Venezia, amasse di riparare all’ombra del Santo di Padova, e come da quell’Arca Santa Egli attingesse quella Santità, quell’amabilità e quella forza che doveva spiegare sulla Cattedra di S. Pietro».
A tutti è noto e se qualcuno dubitasse, questi pochi cenni, dettati dall’amore per il Santo Pontefice e per il Convento del Santo, valgano a persuaderlo!