Camposampiero, 28-03-1923
Carissimi genitori!
Vi sarete forse lagnati perché non v’ho risposto subito ma … pazienza.
Ma non saprei celebrare meglio queste feste pasquali che desiderando un mondo di bene e di felicità per voi tutti. In questo momento, mentre io sto davanti il mio tavolo, intento a trovare le parole più sincere, per significarvi la mia adorazione, in questo momento di raccoglimento, io vedo la vostra figura dinanzi al mio spirito e penso a tutto il bene che voi m’avete fatto, e a tutte le cure che avete sempre avute per me.
Come vi compenserò io mai di tutto questo vostro bene? Voi avete educato il mio ingegno e coltivato il mio sentimento. Voi m’avete aperto la via agli affetti più santi, m’avete avviato per una carriera di studio, voi avete fatto crescere nel mio cuore la grazia della vocazione e avete fatto di me un piccolo uomo.
Tutto io debbo, né posso ricordare niente di voi, senza che i miei occhi non lacrimino di commozione. Quale augurio, dunque, vi farò per queste feste pasquali? Vi dirò solo che vi auguro ogni felicità? No, perché mi pare che la frase sia troppo convenzionale. E perché voglio che l’augurio che io faccio oggi, si avveri per voi, vi dico che io mi coopererò perché esso si realizzi.
Voi mi avete detto più volte, ed io lo so per prova, che tutta la vostra felicità è in me; e perciò io voglio rendervi felici, col mostrarmi sempre ubbidiente, buono e studioso. Nell’augurarvi, dunque, che voi possiate essere felici, mi auguro che io possa fare tutto per vedervi tali.
Accogliete o genitori, fratelli e sorelle, tutti in una parola, queste sincerità del mio profondo augurio e pregate per me il Signore come io pregherò per voi, affinché tutti risorgiamo a una vita novella. Lo desidera il vostro devot.mo figlio
Nicolò Cortese