Visione del bambino
Una notte il Conte Tiso si sveglia e nota un bagliore insolito nella cella del Santo. Corre a vedere e resta stupito e confuso davanti a una visione di sovrumana bellezza. Tra una schiera d’angeli Gesù Bambino era sceso in quel povero luogo e Antonio ve lo abbracciava e baciava in un trasporto di amore purissimo. Il cielo era sceso in terra quasi ad accendere nel servo fedele maggiori ardori per l’alto, per confortare gli ultimi giorni dell’apostolo intrepido.
Il giglio di Padova emanava i suoi profumi di cielo e richiamava lungo i suoi passi casti le tenerezze del Giglio delle convalli che aveva gridato agli uomini: «Beati i mondi di cuore poiché vedranno Dio».
Maggiore ricompensa Antonio non avrebbe potuto attendere.
Un giorno scese dal noce prediletto e sentì che le forze lo avevano abbandonato; non si reggeva più.
Allora chiese a Frate Luca di ritornare a Padova nel convento di Santa Maria. Due bovi e un carro furono subito pronti e, lasciando nello strazio i confratelli di quel piccolo convento, si diressero a Padova. Scena splendida questa che richiamava gli ultimi giorni del Padre Serafico. Come Francesco anche Antonio benedice la “sua” città.
Quando il mesto corteo sta già alle porte della città il male aumenta. Un frate si fa avanti nella via polverosa di quell’estate luminoso e consiglia una sosta alla vicina Arcella. Qui Antonio aveva tanti ricordi, qui aveva trovato frate Luca, qui era Elena Enselmi: anime che avrebbero continuato con amore il suo apostolato. Il Santo annuì e fu portato nel piccolo convento. La sua giornata stava per terminare. Si confessò, volle ricevere il Viatico, gli fu amministrata l’Estrema Unzione: ritornò povero e umile come tutti gli uomini, come l’ultimo operaio del Signore che avrebbe desiderato fare di più nella mistica vigna.
Ogni timore svanisce quando intona l’inno preferito alla Vergine Madre
O gloriosa Domina excelsa super sidera…
La Vergine buona compare e gli mostra Gesù. A frate Luca, chino su di lui, che gli chiedeva cosa vedesse, rispose nell’estasi: Video Dominum meum – Vedo il mio Signore. In quell’estasi di luce, di amore, di pace chiuse gli occhi alla luce terrena.
Era il venerdì 13 giugno 1231.
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