Oltre ad attingere la speranza nella grazia di Dio, siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi che il Signore ci offre. Come afferma il Concilio Vaticano II, «è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche» [Gaudium et spes, n. 4].È necessario, quindi, porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Ma i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza.
L’anno 2024 è particolarmente significativo per alcuni anniversari che riguardano il nostro Venerabile. Innanzitutto il centenario della Professione religiosa del giovane diciassettenne fra Placido (Padova-Basilica del Santo, 10 ottobre 1924), preceduta da una lettera ai familiari (il 7 ottobre) con la quale annuncia il raggiungimento della meta “tanto desiderata”, come egli si esprime:
Alla tomba di S. Antonio di Padova emetterò con altri sette dei miei compagni la Professione religiosa, giurerò nelle mani del Superiore d’osservare la Regola del Serafico Padre San Francesco, stringendomi con tre voti: d’ubbidienza, povertà e castità… Potete credere se sia contento, ho sempre pensato a questo giorno che credevo lontano, ma con grande mia gioia è arrivato.
Nella stessa lettera, fra Placido scrive di proprio pugno la profezia del suo martirio! Riprendiamo le sue parole, che non lasciano indifferenti:
La Religione [da intendersi: Vita religiosa, con i voti che la esprimono] è un peso ma un peso leggiero, un peso che non si stanca mai di portarlo, ma che sempre più innamora l’anima verso maggiori sacrifici fino anche a dare la vita per la difesa delle fede e della Religione Cristiana, fino a morire tra i tormenti come i martiri del Cristianesimo in terre lontane e straniere.
fra Placido M. Cortese
Il martirio profetizzato dal giovane francescano di Cherso è chiaramente “in odium fidei”, come deve essere il martirio cristiano, anche se nelle circostanze particolari in cui è avvenuto ottant’anni più tardi, si aggiunge l’aspetto della carità, assai evidente, accompagnato da un tenace silenzio, che le atroci torture non riuscirono a incrinare: “martire della carità e del silenzio”, in conseguenza di quell’odium fidei, previsto dallo stesso Padre Placido, che confidiamo possa essere un giorno riconosciuto.
L’80° anniversario della morte di Padre Placido Cortese (novembre 1944) sarà ricordato nel corso del 2024 con alcune iniziative. Tra queste il pellegrinaggio a Trieste e Cherso (8-10 ottobre 2024), con la partecipazione dei Frati della Provincia Italiana di S. Antonio, della Provincia di Slovenia e della Provincia di Croazia, che assieme a quanti vorranno unirsi all’iniziativa, visiteranno i luoghi della “passione e morte” di Padre Placido a Trieste, e a Cherso i luoghi della sua nascita e fanciullezza.
Tra le celebrazioni primaverili per ricordare il nostro Venerabile, già orientate verso l’80° del martirio, sono da ricordare quelle avvenute nella Chiesa di S. Francesco a Cherso, in coincidenza con il compleanno di Padre Placido (che ricorre il 7 marzo). I Frati Minori Conventuali della Provincia di Croazia, che custodiscono la chiesa dove fiorì la vocazione francescana del piccolo Niccolò Matteo Cortese hanno concelebrato la S. Messa, durante la quale è stato eseguito un Inno a Padre Placido (“Mučeniče Ljubavi, Sluga Božji fra Placido Cortese”: “Martire dell’Amore, Servo di Dio fra Placido Cortese”), composto da tre chersini e si è elevata la preghiera per la sua beatificazione. Ai fedeli presenti sono stati distribuiti i testi tratti da alcune lettere e dagli scritti di Padre Cortese, per la meditazione quotidiana e in preparazione dell’80° del martirio. Ogni mercoledì, inoltre, dopo la S. Messa, si pregherà per la beatificazione e si eseguirà il nuovo Inno.
Inno a Padre Placido (Spartito) Inno a Padre Placido (Traduzione in italiano)Siamo grati ai confratelli di Cherso, in particolare al guardiano p. Vito Glavaš e a p. Lodovico Maračić, autore della biografia in croato di Padre Placido (Creski Kolbe, Il Kolbe di Cherso). Come pure esprimiamo la più viva riconoscenza agli autori dell’Inno: Marizela Ćormarković, Magda Toić, Ivan Flego.
A Padova-Chiesanuova, il 24 aprile, alla vigilia della Festa della Liberazione, si è rinnovato l’Itinerario della memoria, con la partecipazione di cittadini e degli alunni delle classi terze delle scuole medie della zona, con i loro insegnanti. Dopo la visita alla caserma intitolata a Luigi Pierobon, giovane universitario cattolico fucilato per rappresaglia assieme ad altri sei innocenti, il 17 agosto 1944, presente anche Padre Cortese che, secondo la testimonianza di Carlo Bolzonella accompagnò il condannato, il gruppo ha raggiunto il cippo che ricorda l’opera di carità di Padre Placido nel campo di concentramento di Chiesanuova (poi caserma Romagnoli). All’interno della chiesa parrocchiale, a causa della pioggia, il Vicepostulatore p. Giorgio Laggioni ha presentato ai ragazzi le figure di Padre Placido e di Luigi Pierobon, con la lettura dello struggente messaggio di quest’ultimo, poco prima di essere fucilato, raccolto e consegnato ai familiari da Padre Cortese, secondo la testimonianza di Carlo Bolzonella.
24 aprile 2024, Chiesa parrocchiale di Chiesanuova-Padova: il Vicepostulatore legge l’ultimo messaggio di Luigi Pierobon ai familiari, prima di essere fucilato, 17 agosto 1944
Il mensile “La Piazza”, che nel formato cartaceo viene recapitato gratuitamente in tutte le famiglie della città di Padova, nel numero di maggio 2024 ha dedicato un servizio al progetto “per non dimenticare Padre Cortese e la storia di Chiesanuova”. Il medesimo servizio è stato ripreso nell’edizione digitale.
Piazza del Santo, 11 – 35123 Padova
Tel. 0498242811
E-mail: padreplacidocortese@gmail.com